Figli (2020)

 di Giuseppe Bonito

 con Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Fabio Traversa

 

L’arrivo di un figlio, tipicamente, provoca una deflagrazione all’interno della coppia, della sua routine e del suo modo di vivere. Questa deflagrazione rischia di essere ancora più distruttiva se il suddetto neonato è il secondo ma viene partorito a sette/otto anni dal primo, andando a sconvolgere non solo le abitudini di mamma e papà ma anche quelle della sorellina. Il risultato dell’evento, pur se inizialmente accolto con reciproche promesse di aiutarsi e supportarsi, è un lento e inesorabile sprofondare nella stanchezza, nell’insonnia, nelle incomprensioni e nelle recriminazioni “dell’io faccio tutto e tu non fai niente”.

Insomma Figli racconta una storia che qualunque genitore sentirà, in parte o totalmente, sua, rivedendosi in alcune o in molte delle situazioni in cui incappano i due protagonisti, i sempre simpatici e all’altezza Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi.

E la racconta attingendo a piene mani ai luoghi comuni della nascita e della crescita di un bambino: notti insonni, gelosia della sorella, frustrazioni e rivendicazioni della madre, disagio del padre, nonni non all’altezza o assenti e pianti disperati. Non mancano, soprattutto nella prima mezz’ora, idee e spunti divertenti, su tutti proprio la resa delle urla disperate del neonato, trasformate in una sonata di Bethoveen, e lo stress dei genitori sfogato con tuffi dalla finestra.

Minuto dopo minuto, però, il film si sgonfia, le battute e le situazioni divertenti si esauriscono e la vicenda procede stancamente, luogo comune dopo luogo comune, stereotipo dopo stereotipo, arrivando all’epilogo con le pile scariche. Siamo dunque in presenza di una produzione italiana standard, che si eleva indubbiamente dal mediocre pantano della stragrande maggioranza di commedie uscite negli ultimi anni, ma che si propone esclusivamente come una visione senza troppo impegno, capace di strappare qualche risata in particolare ai genitori che il periodo raccontato se lo sono lasciato da qualche anno alle spalle (come chi scrive :-).

 

 

Voto: 5.5