Trama e recensione di La terra promessa (Bastarden – 2023)
Regista: Nikolaj Arcel
Cast: Mads Mikkelsen, Amanda Collin, Kristine Kujath Thorp, Soren Malling, Simon Bennebjerg
Quanto lontano può portare la determinazione, anche quando gli ostacoli della vita sembrano non fare altro che frapporsi al raggiungimento di un obiettivo? È quello che si chiede il regista Nikolaj Arcel nel suo Bastarden (La terra promessa, come dovrebbe chiamarsi in italiano), un dramma toccante, ambientato nella Danimarca di fine ‘600, supportato da una straordinaria interpretazione del protagonista Mads Mikkelsen.
Il Capitano Ludvig Kahlen (Mikkelsen) è determinato, in nome del Re danese, a rendere coltivabile lo Jutland Heath, una vasta area di terra apparentemente inabitabile, e ottenere come ricompensa un titolo nobiliare. Questo suo desiderio di conquista lo porta a infrangere tutte le regole, ad assumere lavoratori fuggitivi, tra cui la domestica Ann Barbara (Amanda Collin), e i fuorilegge che vivono nella vicina foresta.
Questa sua stolida testardaggine lo rende inviso al proprietario terriero Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg) che, non solo è il precedente padrone di Ann Barbara, ma crede anche che l’Heath gli appartenga. Ludvig ignora i suoi ripetuti tentativi di cacciarlo e ben presto si trova a combattere per la sua terra ma soprattutto per la sua stessa vita (e per quella di coloro che decidono di aiutarlo).
Bastarden non è un film ottimista, anche se non manca qualche momento di umorismo. La maggior parte delle scene ruotano attorno a Ludvig e al suo estenuante impegno nella coltivazione del suolo e nella rimozione delle rocce, incurante di vento, pioggia, sole e neve. E la sua determinazione si fonde con la sua solitaria disperazione, almeno fino a quando non inizia a capire che la sua non può essere un’impresa da compiere da solo e che la famiglia che trova lungo la strada può valere più di un titolo nobiliare.
Ed è qui che il film mostra il suo valore. Aiutato anche da un Mikkelsen magnetico: stoico, riservato ma anche colmo di emozioni. I suoi occhi, il suo volto espressivo danno al personaggio molta profondità, nonostante parli a malapena! Ludvig è fondamentalmente una brava persona e, anche se non è sempre buono, è così affascinante che ci immedesimiamo con lui. E questo è un aspetto essenziale, perché gran parte del film si basa sulla nostra capacità di connetterci con il protagonista.
La terra promessa riesce a essere esteso ma allo stesso intimo, perché lascia che l’occhio dello spettatore viaggi lungo terre brulle e sterminate per poi posarsi sulla vita di un singolo uomo. La sua narrazione procede con fluidità, senza la fretta di fornire momenti spettacolari, ma al contempo è intrisa di emozioni. C’è una bellezza intrinseca nella sua desolazione e, così come il primo germoglio che spunta dalla terra arida, il film si rivela un’esperienza che cresce nell’animo di chi guarda.
Voto: 7.5
Commenti recenti