Clerks III (2022)

di Kevin Smith

con Brian O’Halloran, Jeff Anderson, Jason Mewes, Kevin Smith, Rosario Dawson

 

Il Quick Stop riapre i battenti. A 28 anni dal film di culto Clerks (datato 1994 e realizzato da Kevin Smith con ristrettezza di mezzi ma grande ricchezza di idee) e a 16 anni dal secondo capitolo (in tono minore), i commessi più politicamente scorretti e nerd della storia – dai due proprietari Dante (Brian O’Halloran) e Randal (Jeff Anderson) agli sballati Jay (Jason Mewes) e Silent Bob (lo stesso regista Kevin Smith) – si ritrovano dietro al bancone.

Più vecchi (vanno per i 50), più disillusi, segnati dalla vita (Dante ha perso il suo grande amore Becky – Rosario Dowson) e dagli eccessi. Eccessi che portano Randal ad avere un infarto e, il rischio concreto di morire, lo spinge a riflettere e a decidere di realizzare un film che racconti la sua vita e quella di tutti i personaggi che gravitano attorno al Quick Stop. Una pellicola che verrà girata con pochissimi mezzi e in bianco e nero… vi dice qualcosa?

Film nel film, Clerks III strizza l’occhio alle scene culto della prima pellicola e le miscela con le dinamiche, spesso al limite del demenziale, dei protagonisti, che non perdono occasione per fare sfoggio della loro cultura nerd e della predilezione per le volgarità (anche se non si raggiungono mai le vette del primo e, in parte, del secondo capitolo). L’espediente di mostrare la fase di realizzazione del Clerks del ’94 sa tanto di operazione furba, per colpire al cuore chi – come il sottoscritto – ha amato il film originale.

Peccato però che la verve comica di Smith si sia inaridita e che molte delle battute e delle situazioni appaiano poco più che reinterpretazioni di quelle originali, con molta incisività e corrosività in meno. Certo Clerks III mette in mostra la sua anima persino malinconica, i ragazzi scanzonati del primo capitolo non ci sono più e hanno lasciato posto a uomini segnati e spezzati. Ma il bilanciamento tra ironia e tristezza funziona solo in parte.

Non posso negare che mi abbia fatto piacere ritrovare Dante, Jay, Randal e Silent Bob (decisamente più loquace del solito) ma è innegabile che le sole parti che funzionano del film siano quelle che rimandano all’originale Clerks. Allora probabilmente sarebbe meglio rivedersi quello e catalogare questo Clerks III come una “operazione nostalgia” più furbetta che riuscita…

 

Voto: 5