Trama e recensione di Comizi d’amore (1964)

Regista: Pier Paolo Pasolini

Cast: Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Peppino di Capri, Giuseppe Ungaretti, Cesare Musatti

 

Diretto da Pier Paolo Pasolini, Comizi d’amore si colloca a metà strada tra il documentario e l’inchiesta giornalistica e affronta tematiche sociali e sessuali in modo audace e provocatorio (per l’epoca). Siamo nel 1964, il che rende il tema (e come viene affrontato) ancora più interessante.

Il titolo suggerisce una sorta di incontro pubblico o dibattito sull’amore… e il film fa esattamente questo! Pasolini, microfono alla mano, intervista persone comuni in varie città italiane (ma anche personalità e vip dell’epoca, da Alberto Moravia a Peppino di Capri), provenienti da diverse fasce sociali e di tutte le età, chiedendo loro opinioni ed esperienze riguardo all’amore, al sesso, al matrimonio e alle relazioni. Ciò che emerge è una straordinaria varietà di punti di vista e testimonianze che riflettono l’ampia gamma di pensieri e atteggiamenti presenti nella società italiana dell’epoca.

Il documentario è strutturato in modo interessante, con Pasolini che pone domande dirette e talvolta provocatorie, che spingono le persone intervistate a riflettere e a condividere sinceramente le loro idee. Le risposte vanno dall’estrema liberazione sessuale e dall’accettazione di ogni forma di amore (compreso quello omosessuale), alla conservazione dei valori tradizionali e cattolici. Questa varietà di punti di vista offre uno spaccato affascinante della società italiana degli anni ’60 e dell’evoluzione dei costumi e delle mentalità.

Il tutto reso ancora più interessante dal filtro attraverso cui il sesso e l’amore sono passati nei successivi sessant’anni e che portano chi guarda a sorridere delle ingenuità di certe dichiarazioni così come a notare certe “aperture” impensabili per l’epoca.

Ciò che rende Comizi d’amore un’opera tanto potente è la capacità di Pasolini di catturare l’essenza delle persone che intervista. Le testimonianze sono sincere, emozionanti, talvolta sorprendenti e spesso provocatorie. Inoltre, il film rappresenta una critica sottile ma incisiva alla società italiana e alle sue ipocrisie. Il regista sottolinea come l’amore e la sessualità siano argomenti ancora tabù in un paese profondamente radicato nella tradizione cattolica e conservatrice. Il suo intento è quello di scuotere gli spettatori, di farli riflettere sulle proprie convinzioni e pregiudizi, di sfidare le norme sociali e di promuovere una maggiore apertura mentale.

Dal punto di vista tecnico, Comizi d’amore è realizzato con uno stile documentaristico semplice ma efficace. Le riprese in bianco e nero catturano l’autenticità e la sincerità delle testimonianze, mentre la regia dà il giusto spazio alle persone intervistate senza sovraccaricare la pellicola con elementi superflui. Specchio di un’Italia che non esiste più (ma davvero?), il film è un documento storico che – sicuramente con un effetto meno deflagrante di quando è stato distribuito – spinge comunque lo spettatore del nuovo millennio a riflettere sulle proprie convinzioni.

Dove vedere Comizi d’amore? In streaming su Amazon Prime Video.

Voto: 7