Dune (2021)

di Denis Villeneuve

con Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Zendaya, Josh Brolin, Jason Momoa

Dune è un film esteticamente impeccabile. Fotografia, scenografia, costumi ed effetti speciali sono una vera gioia per gli occhi e, soprattutto inizialmente, colpiscono nel segno. Da questo punto di vista il lavoro fatto è di altissimo livello, come del resto è lecito attendersi da produzioni di questo tipo. Peccato che l’aspetto tecnico finisca con l’essere l’unico degno di nota, perché per il resto sono davvero tante le debolezze e i difetti che creano quello che è il problema più grande di Dune: la noia.

Già dopo i primi venti minuti di visione, superato l’entusiasmo per l’estetica, la mente dello spettatore comincia a divagare, sotterrata e sopraffatta da nomi, spiegazioni e visioni di cui – specialmente chi non ha letto il libro di Frank Herbert – si fatica a comprendere l’utilità. Didascalico e pedante, Dune sembra non voler fare torto al romanzo a cui si ispira e a non scontentare gli appassionati alla ricerca di un’oltranzista fedeltà con il libro, con il risultato di annoiare. Anche quando lo spettatore comincia ad avere un po’ di dimestichezza con la storia, il film non riesce a regalare quella scossa che aiuti a destarsi dal torpore.

Di certo non aiutano le interpretazioni, a cominciare da quella del protagonista Timothée Chalamet, con il suo sguardo fisso e vacuo, espressivo come era espressivo l’Hayden Christensen della nuova trilogia di Star Wars (cioè per niente) e che non riesce in alcun modo a renderci partecipi dei tormenti che sta vivendo (la scena della mano nella scatola è esplicativa in questo senso…). Non sono certo meglio gli altri protagonisti, tra cui spiccano gli spaesati Josh Brolin e Javier Bardem ed è facile immaginare che un’attrice del livello di Charlotte Rampling abbia accettato di prendere parte al film solo dopo aver avuto la certezza che il suo volto fosse nascosto da un velo…

Alla pellicola non giova poi di certo l’essere la prima parte di una probabile (ancora non si sa) trilogia, perché quello che ne viene fuori è una sorta di fase preparatoria per le meraviglie a cui assisteremo in futuro ma che per il momento ci vengono negate.

Tolta la scintillante confezione regalo, il contenuto del pacchetto è un film esageratamente lungo, mal recitato e piuttosto noioso, che conferma come Denis Villeneuve (di cui personalmente l’unico film che ho davvero apprezzato è Sicario) sia più bravo nel mostrare che nel raccontare una storia…

Voto: 5