Trama e recensione di Dune: Parte Due (Dune: Part Two – 2024)
Regista: Denis Villeneuve
Cast: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Javier Bardem, Austin Butler, Dave Bautista
Non avendo particolarmente apprezzato il primo capitolo di Dune, mi sono approcciato alla visione della seconda parte con un certo scetticismo. Invece mi sono dovuto, parzialmente, ricredere.
Dune: Parte Due approfondisce ulteriormente le conseguenze della caduta della Casa Atreides e si focalizza sulla lotta di Paul Atreides (un Timothée Chalamet che sarà anche figo ma che continua a essere espressivo come un attore di un film per la Tv di Rai 2) e di sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) per la sopravvivenza sul pianeta desertico Arrakis.
Il film continua a sviluppare l’intricato mistero di come Paul possa essere il prescelto, destinato a guidare i Fremen verso il paradiso – cosa di cui è particolarmente convinto Stilgra (Javier Bardem), che praticamente non fa altro che ripeterlo dall’inizio alla fine – ma, utilizzando Chani (Zendaya) e i suoi compagni del nord, ci fa entrare nelle dinamiche della rivoluzione, a colpi di attacchi terroristici ai raccoglitori di spezia e lezioni di come si domano i vermi.
Si potrebbe poi discutere della scelta di raccontare la storia di un principe bianco che assume le sembianze di una figura messianica per un gruppo di persone chiaramente ispirate alla cultura musulmana, ma non è questa la sede opportuna…
La pellicola calca decisamente la mano sulle dinamiche dei vari gruppi che compongono l’universo di Dune, restando il più fedele possibile al libro e regalando momenti di fremente approvazione e compiaciuti cenni d’assenso da parte dei fans più sfegatati. E qui emerge quello che rappresenta il limite più grande di Dune: Parte Due.
Se non avete letto il libro, se non vi siete abbeverati alla fonte dell’universo di Frank Herbert o quanto meno al film di Lynch, la visione rischia di essere alquanto ostica. Si viene infatti travolti da nomi, dinamiche, personaggi che piovono dal cielo senza che nessuno si prenda la briga di contestualizzarli per il povero spettatore privo del background culturale necessario.
Certo il rischio era quello dello spiegone, però ritengo che l’abilità di un regista e di uno sceneggiatore debba essere quella di creare un film capace di camminare sulle sue gambe e non lasciare disorientato lo spettatore “ignorante”.
Dando per assodati certi passaggi, comunque la creatura di Denis Villeneuve si rivela godibile, in particolare grazie alle varie scene di battaglia, con la loro coreografia artistica che costituisce uno dei tratti distintivi di Dune: Parte Due e che dimostra la capacità del regista di dare vita a mondi suggestivi e inquietanti. In questo aiutato dagli strepitosi effetti sonori e dalla colonna sonora profondamente elaborata di Hans Zimmer.
Se vi state chiedendo dove guardare in streaming Dune: Parte Due, sappiate che al momento è possibile vederlo solo al cinema.
Voto: 7
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