La favorita (2018)
di Yorgos Lanthimos
con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult
Yorgos Lanthimos è uno di quei registi che amano dare la propria impronta, netta, a ogni film che realizzano. Se avete avuto modo di vedere alcuni lavori precedenti – The Lobster e Il Sacrificio del cervo sacro sono i suoi più recenti – avrete già ben chiaro che anche questo La Favorita non vi lascerà indifferenti.
E infatti il regista mette mano a una storia biografica d’ambientazione settecentesca e la stravolge, restando lontano anni luce dai classici del genere. Quello che ne viene fuori è una pellicola che non ha niente del rigore, dell’ingessatura e della forma di altre opere d’identica ambientazione reale.
Ecco allora che lo strano triangolo tra la regina Anna (Olivia Colman, che ormai sembra abbonata a indossare la corona, visto il suo ruolo in The Crown) e le due donne che si contendono i suoi favori (Emma Stone e Rachel Weisz), assecondandone capricci, isterie e tenerezze, ci viene proposto con uno stile che raramente si abbina alla tipologia di racconto.
Spazio dunque a lunghe carrellate che sembrano inseguire i protagonisti lungo gli infiniti corridoi di palazzo, a fisheye che deformano e ampliano le inquadrature e alla illuminazione affidata alle sole candele. Ma non sono solo le scelte visive a sorprendere, quanto anche il linguaggio utilizzato – decisamente modernizzato rispetto all’epoca dei fatti, espressioni volgari comprese – e la volontà di mostrare la regina in tutte le sue piccolezze – che la portano a rotolarsi sul pavimento frignando o ad abbuffarsi di dolci – come nei suoi grandi dolori.
Parliamo poi di un film totalmente al femminile, nel quale la storia non solo ruota attorno alle succitate tre donne ma nel quale gli uomini hanno un ruolo marginale, relegati a valletti imbellettati e imparruccati, che cercano di tramare nell’ombra ma che vengono puntualmente superati in astuzia e che non riescono a comandare nemmeno sotto le coperte, tanto che le tre ben presto decidono di farne a meno…
La favorita è un film insolito, a suo modo spiazzante, con una colonna sonora che a tratti diventa protagonista martellando con suoni ripetuti (il che ci ricorda quanta attenzione il regista presti all’abbinamento tra immagini e sonoro, come ne Il Sacrificio del cervo sacro) e che resta abilmente sospeso tra appagamento visivo e graffiante e cattiva commedia con spruzzate drammatiche. Decisamente non è un film banale, le cui due ore di visione passano in un attimo.
Voto: 7
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