La stanza del vescovo (1977)
di Dino Risi
con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Patrick Dewaere, Gabriella Giacobbe, Karina Verlier
Ingabbiato in un matrimonio di convenienza con una ricca ereditiera della famiglia Berlusconi, (un cognome che nel 1977 poteva essere utilizzato senza che suscitasse ironie), l’allupato Temistocle (Ugo Tognazzi) fa amicizia con Mario (Patrick Dewaere), proprietario di una piccola barca su cui vive spensierato e lo invita nella sua villa. Qui si ritroverà ben presto al centro di un triangolo, con la bella Matilde (Ornella Muti), vedova del fratello della moglie di Temistocle.
Trama di serie B per La stanza del vescovo, un film che si barcamena tra commedia e giallo, senza regalare mai guizzi e strizzando l’occhio più a certe scollacciate sexy pellicole dell’epoca piuttosto che al film d’autore, come la regia di Dino Risi lascerebbe intendere. L’uomo dietro alla macchina da presa di capolavori assoluti del cinema italiano come Il sorpasso, I mostri o Profumo di donna, qui dà libero sfogo alla parte pruriginosa di sé, indugiando senza troppe cerimonie su nudi integrali e autoerotismo al femminile. Certo anche l’occhio vuole la sua parte… ma qui i corpi sono mostrati in modo esclusivamente voyeuristico senza alcuna ricaduta sulla trama, tanto più che le donne ne vengono fuori come oggetti sessuali senza volontà nè pudore nel saltare da un letto all’altro.
A dare il colpo di grazia a La stanza del vescovo, oltre a una trama ridicola – dipanata tra l’altro lungo quasi due ore di durata – sono due protagonisti su tre, visto che sia la Muti sia il misconosciuto Dewaere, fanno a gara di inespressività, con tentativi di languidi scambi di sguardi di una fissità inquietante. In questa deprecabile operazione, alla fine, si salva il solo Ugo Tognazzi, che dà vita a un personaggio erotomane, laido e respingente, che lo posiziona due spanne sopra il resto del cast.
Voto: 4
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