Trama e recensione di Vincent deve morire (Vincent doit mourir – 2023)

Regista: Stephan Castang

Cast: Karim Leklou, Vimala Pons, Francois Chattot, Michael Perez

Pensate di essere simpatici a tutti i colleghi con cui lavorate? Probabilmente siete convinti di sì, anche se la realtà potrebbe essere differente. Detto questo, qualora abbiate avuto qualche problematica sull’ambiente di lavoro ben difficilmente sarà andate oltre qualche screzio, qualche risposta poco gentile o qualche pettegolezzo alla macchina del caffè.

Queste sono le dinamiche che vive anche Vincent (Karim Leklou, visto anche in BAC Nord) – magari non esattamente l’impiegato del mese – che da anni lavora per uno studio di grafica. La sua routine sembra consolidata, magari non esaltante, ma la sua vita prosegue sui monotoni binari della tranquillità.

Finché un giorno, durante una riunione, uno stagista lo aggredisce colpendolo più volte alla testa con un notebook. Un raptus inspiegabile che Vincent cataloga come un episodio figlio della frustrazione che gli stagisti vivono, tra caffè da preparare e fotocopie da fare. Il tutto sembra destinato a finire nel dimenticatoio, se non che, il giorno successivo Vincent viene aggredito nuovamente, da un altro collega. Il tutto, anche in questo caso, senza un motivo apparente.

La vita di Vincent sta per cambiare radicalmente. E, in questo, il titolo del film d’esordio di Stephan Castang ci aiuta a capire quale destino attenda il protagonista, che comincia ad attirare la rabbia omicida di chi incrocia il suo sguardo…

Vincent deve morire parte come una commedia nera, ricca di spunti interessanti, che ci trascina nella disperazione prima e nella voglia di sopravvivenza poi dell’uomo che molti, senza motivo, vogliono morto. Ben presto egli apprenderà di non essere l’unico in questa situazione e, a questo punto, il film prende una strada diversa, più da survival horror in salsa zombie (anche se di zombie veri e proprio non ce ne sono).

Con un abbrivio così originale e intrigante e una prima ora che tiene lo spettatore sulla corda emotiva e della curiosità, il rischio che la seconda parte del film perda di mordente è sempre dietro l’angolo. E un po’, effettivamente, è quello che succede anche alla pellicola di Castang, sebbene l’introduzione del personaggio femminile di Margaux (Vimala Pons) dia nuova linfa alla vicenda, nonché una nuova visione del concetto di “ti amerò… fino ad ammazzarti”.

A tratti crudele e violento, a tratti ingenuo, Vincent deve morire ha comunque il dono dell’originalità e, anche solo per questo, merita di essere visto. In più aggiunge un capitolo non banale ai distopici scenari di un’umanità che un qualche virus vuole condannare all’estinzione.

Piaciuto.

Volete sapere dove vedere Vincent deve morire? Al momento lo trovate al cinema.

 

Voto: 7