Trama e recensione Legacy (Urma – 2019)

Regista: Dorian Boguta

Cast: Teodor Corban, Lucian Ifrim, Martin Grigore, Irina Radulescu, Madalina Ghenea

 

Anton (Martin Grigore), talentuoso musicista afflitto da un male incurabile, scompare misteriosamente. Tocca all’agente di polizia Mihnea (Teodor Corban) cercare di scoprire cosa gli sia successo, attraverso gli interrogatori di chi lo conosceva: dalla sorella Ana (Irina Radulescu) – con cui ha un rapporto d’attaccamento quasi morboso – al cognato Cristi (Lucian Ifrim) – con cui non sono mancati gli screzi – passando per la fidanzata Nora (Madalina Ghenea) e per l’amico Radu (Dragos Bucur) con cui ha interrotto le frequentazioni da qualche anno.

Film rumeno dell’esordiente Dorian Boguta, Legacy (in originale Urma) è un solido dramma che svela il mistero attorno alla scomparsa di Anton pezzo dopo pezzo, alternando l’indagine della polizia a una serie di flashback, grazie ai quali apprendiamo quello che è davvero successo. La scelta, sebbene non così originale, viene integrata in modo sapiente dal regista, che riesce così a tenere desta la curiosità e a permetterci di immedesimarci con Mihnea, con cui condividiamo dubbi e incertezze.

Sorprendente nell’evoluzione della trama – anche se non sempre credibile – Legacy si gioca bene le sue carte quando resta all’interno dei confini del dramma familiare e della respingente relazione tra i due fratelli (rimasti orfani da giovani), meno quando mette in mostra velleità da thriller, cui mancano completamente i guizzi in un paio di scene d’azione poco ispirate e aggiunte quasi forzatamente.

Nel complesso, l’opera d’esordio di Boguta – che concede ben poco alla spettacolarizzazione, prediligendo i dialoghi con la cinepresa fissa e svariati long take – si rivela originale e piuttosto avvincente. A mio giudizio merita una chance. Se volete sapere dove guardare Legacy, lo trovate su Netflix, in lingua originale con sottotitoli.

 

Voto: 6.5