Aggretsuko – Serie TV (2018-2023)
di Rareko
Quinta stagione disponibile su Netflix per uno dei cartoni animati più originali degli ultimi tempi. A una prima occhiata Retsuko, la protagonista, sembra la sorellina di Hello Kitty (d’altra parte lo studio che ha prodotto la serie è lo stesso): un tenero panda rosso che si muove in un mondo di animali nella Tokyo dei giorni nostri. Ma la sorpresa è dietro l’angolo.
Il cartone è intriso di “giapponesità” e i personaggi sono lo specchio di tutti gli stereotipi tipici di una cultura distante anni luce dalla nostra. Ecco dunque che Retsuko vive un’esistenza dimessa, ingoiando bocconi amari sul lavoro, senza relazioni sentimentali e sentendosi costantemente in difetto, inadeguata e frustrata.
Quando è sul punto di scoppiare, ha un solo modo per sfogarsi: chiudersi in una saletta privata di un karaoke e… cantare pezzi death metal. La tenera Retsuko diventa la bestiale Aggretsuko, con voce che arriva dall’oltretomba e testi (per la verità incomprensibili ma vengono in soccorso i sottotitoli) che evidenziano tutta la sua frustrazione e rabbia.
E dopo essersi sfogata, Retsuko riacquista la convinzione e la sicurezza in sé, proponendoci un modello di “donna” giapponese profondamente diverso da quello che abbiamo nel nostro immaginario. Ovvero una donna che non ha paura di vivere da sola, capace di ribellarsi ai dettami di una società che la vorrebbe moglie e casalinga, di prendere la patente o di sperperare migliaia di yen in appuntamenti virtuali.
La quinta stagione poi introduce la tematica del rapporto di coppia con Haida, con tutte le dinamiche che ne conseguono, soprattutto perché lui resta senza lavoro e si fa mantenere da Retsuko, situazione inaccettabile in una società come quella giapponese.
Certo i freni inibitori che sembrano zavorrare molti giapponesi – dalla timidezza al terrore dell’opinione altrui – ci sono tutti e Retsuko più volte ne sembra paralizzata, con esitazioni e sensi di colpa che ai nostri occhi appaiono insensati. Ma il bello di Aggretsuko è anche questo, perché permette di approfondire lo stile di vita di questa società così radicale e differente dalla nostra, aggiungendoci dosi di sarcasmo e senza paura di affrontare tematiche importanti.
Il tutto condito da disegni volutamente caricaturali, con contorno di guance rosse e lacrime che compaiono costantemente sui volti dei personaggi, ulteriore dimostrazione dell’indole schiva e incline alla vergogna dei giapponesi. A cui la tenera panda rossa urla il desiderio di riprendersi la propria vita e viverla come si vuole.
Voto: 7
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