Climax (2018)
di Noé Gaspar
con Sofia Boutella, Kiddy Smile, Souheila Yacoub, Giselle Palmer, Romain Guillermic
Un gruppo di ballerini francesi si ritrova per provare uno spettacolo e poi si lascia andare ai festeggiamenti a base di musica e sangria. Proprio la sangria – dentro cui evidentemente è stato aggiunto qualcosa – si rivela l’elemento scatenante di un delirio collettivo, con risvolti a dir poco inquietanti. La trama di Climax, del – a seconda del punto di vista – geniale o sopravvalutato regista Noé Gaspar, è tutta qui. Facile che la sceneggiatura non abbia occupato più di quattro o cinque pagine.
Il film è folle, un vero e proprio trip, da qualunque punto di vista lo si guardi. Parte con i titoli di coda, a metà ci sono quelli di testa, alterna inquadrature statiche – come le interviste in stile VHS dei componenti la crew – a straordinari piani sequenza: quello del ballo e della prima parte della festa è strepitoso, quello della parte finale degno di un allucinogeno. Il regista sembra ignorare qualsiasi regola del buonsenso e posiziona la telecamera un po’ dove gli pare: a testa in giù, rasente il pavimento (o è il soffitto?). Poi vira le immagini alzando la saturazione, ora con il rosso, ora con il verde.
In questo guazzabuglio, i personaggi sprofondano nei loro deliri, tra incesti, aborti, sesso, volgarità e risse. Un filo logico? Non c’è. L’obiettivo sembra solo quello di scioccare, di mettere a disagio, di martellare il cervello di chi guarda, tra musica techno e urla sempre più disperate. Difficile giudicare un film così, capace di suscitare repulsione ma allo stesso tempo con una sua estetica attraente. Mai come nel caso di Climax assegnare un voto è impresa disperata. Mi è piaciuto? No. Però anche sì. Ve lo consiglio? No. Però dovreste vederlo.
Voto: s.v.
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