CODA – I segni del cuore (2021)
di Sian Heder
con Emilia Jones, Troy Kotsur, Marlee Matlin, Daniel Durant, Eugenio Derbez
Ruby (Emilia Jones) è l’unico membro udente della sua famiglia mentre il padre Frank, la madre Jackie e il fratello Daniel sono sordi. Questo l’ha resa, inevitabilmente, il principale tramite tra i suoi e il mondo, sul lavoro – sono pescatori – e con la comunità. La ragazza, ironia della sorte, è dotata di una voce splendida e sogna di frequentare una scuola di musica ma il suo desiderio si scontra con le necessità familiari, tanto più che fare quadrare i conti a fine mese è sempre un’impresa.
Oscar 2022 come miglior film, CODA – I segni del cuore racconta una storia quanto mai classica – la protagonista che cerca di perseguire il suo sogno pur tra mille difficoltà, con annessi momenti in cui tutto sembra precipitare per poi regalarci il tanto agognato happy ending – e questo rende difficile comprendere la scelta di premiarlo anche per la migliore sceneggiatura non originale (tanto più che si tratta del remake di un film francese e che nella categoria c’era Drive my car…).
Detto questo, il film di Sian Heder riesce a rendere in modo assolutamente credibile e coinvolgente la barriera contro cui quotidianamente chi è affetto da sordità si scontra. Ma soprattutto riesce a emozionare… e non poco! Merito di alcune scene davvero splendide, su tutte la soggettiva totalmente silenziosa di Frank, (Troy Kotsur, vincitore dell’Oscar come miglior attore non protagonista), durante il concerto e l’esibizione “privata” di Ruby per il padre, che le tiene le mani sul collo per “sentire” le vibrazioni del canto… personalmente lo ritengo uno dei momenti cinematograficamente più emozionanti degli ultimi anni.
Insomma, CODA – I segni del cuore non sarà il film più originale e sorprendente tra quelli vesti di recente (e probabilmente nella lista dei dieci candidati ce ne sono di superiori) ma ha il merito di farci toccare con mano l’estraniazione e la frustrazione della disabilità. E ci riesce senza bisogno di troppe parole, andando semplicemente a solleticare le corde dell’anima.
Voto: 7
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