The banshees of Inisherin (2022)
di Martin McDonagh
con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Berry Keoghan
La vita di Pàdraic (Colin Farrell) è scandita da ritmi e abitudini consolidate, come possono essere quelle di un’abitante della piccola Inisherin, che fa parte delle isole Aran (Irlanda). Al mattino porta le sue vacche al pascolo, si prende cura degli altri animali, scambia quattro chiacchiere con la sorella Siobhàn (Kerry Condon) e poi, cascasse il mondo, passa a prendere il suo amico Colm (Brendan Gleeson) per una pinta al pub.
Improvvisamente questa routine viene spezzata da Colm che, probabilmente nella più classica crisi di mezza età, decide che Pàdraic “non gli va più a genio” e che non vuole sprecare gli anni di vita che gli restano a parlare con lui. La frattura è a tal punto insanabile – sebbene concretamente tra i due non sia successo nulla – che Colm minaccia di tagliarsi le dita della mano con cui suona il violino (sua grande passione) se l’ex amico proverà solo a rivolgergli la parola…
Film grottesco se ce n’è uno che merita questo appellativo, Gli spiriti dell’isola è il quinto lungometraggio di Martin McDonagh che con i suoi lavori precedenti – pensiamo a In Bruges La coscienza dell’assassino (tra l’altro proprio con Farrell e Gleeson come protagonisti) e a Tre manifesti a Ebbing, Missouri – ha dimostrato grande maestria sia dietro la macchina da presa sia nella scrittura. Sua, infatti, è anche la sceneggiatura di questo film, pluri-candidato agli Oscar 2023.
Incorniciata in un paesaggio straordinario, tra fiordi spettacolari e muretti a secco che attraversano prati di un verde abbagliante, la vicenda si sviluppa mantenendo il difficile equilibrio tra humor, tensione emotiva, stravaganza e dramma. Il merito è da ascrivere anche ai due protagonisti, capaci di restituire ogni sfaccettatura di due uomini che rivelano l’intero campionario dei sentimenti umani, tra bassezze e gentilezze, tra stupore e crudeltà, tra umanità e totale mancanza di umanità.
Il risultato finale è un film godibile, ottimamente girato e recitato, che porta all’estremo e al paradosso il concetto di amicizia, scegliendo la strada del grottesco, che a qualcuno potrebbe risultare un po’ indigesta, soprattutto nella seconda parte della pellicola.
Voto: 7
Trackback/Pingback