Trama e recensione di Paradise Now (2005)

Regista: Hany Abu-Assad

Cast: Kais Nashif, Ali Suliman, Lubna Azabal, Amer Hlehel, Hiam Abbass

Film tristemente di grande attualità, anche se è stato girato nel 2005, Paradise Now racconta la storia di Khaled (Ali Suliman) e Said (Kais Nashif), due giovani amici di Nablus che vengono reclutati per una missione suicida a Tel Aviv. La pellicola racconta le 48 ore che precedono l’attentato, esplorando i dubbi, i conflitti interiori e le motivazioni personali dei protagonisti. Quando qualcosa va storto e il piano viene sospeso, i due amici sono costretti a riflettere sulle loro scelte, combattendo con la propria rabbia, la coscienza e con la paura che scuote i loro animi.

Il regista Hany Abu-Assad affronta un tema estremamente complesso come il conflitto tra Israele e Palestina con uno sguardo sobrio e privo di retorica. Paradise Now evita facili moralismi e non cerca di giustificare la violenza ma nemmeno la semplifica. Il punto di forza è proprio nella sua capacità di umanizzare i personaggi di Khaled e Said, mostrando come non siano affatto dei mostri quanto piuttosto giovani cresciuti in un contesto di oppressione, rabbia e impotenza.

Degno di menzione è anche Suha (Lubna Azabal) – il principale personaggio femminile – che rappresenta una sorta di “voce critica”. Figlia di un martire, ma contraria alla violenza, è l’unica a credere nell’esistenza di un’alternativa, seppur fragile, che non debba passare necessariamente dalla guerra e dal martirio.

La regia è asciutta, con uno stile quasi documentaristico, che aumenta il senso di realismo. Le ambientazioni — i vicoli polverosi di Nablus, i tetti delle case, le frontiere blindate — creano un’atmosfera claustrofobica che restituisce la sensazione di cosa sia la vita per un palestinese: una strada senza uscita.

Paradise Now, oltre a parlare di identità, giustizia, vendetta, fede e sacrificio, si focalizza principalmente sulla disumanizzazione, da entrambe le parti del conflitto. Il titolo stesso è ironico e tragico: il “paradiso” promesso ai martiri si scontra con una realtà fatta di muri, check-point e disperazione. Una realtà che ci costringe a guardare negli occhi la complessità del conflitto e a considerare la sofferenza umana al di là delle notizie di cronaca e di dove stia la ragione.

 

Voto: 7,5