Trama e recensione di Perdizione (Kàrhozat – 1988)
Regista: Béla Tarr
Cast: Miklos Szekely, Vali Kerekes, Gyula Pauer, Gyorgy Cserhalmi
L’ambientazione è quella di una desolata città mineraria, in cui sembra che non smetta mai di piovere. La vita del protagonista Karrer (Miklos Székely), un uomo di mezza età, come quella degli altri abitanti, appare priva di scopo e solo la passione per la cantante del bar locale (Vali Kerekes) riesce a tirarlo fuori, seppur temporaneamente, dall’apatia. Quando lei lo lascia, Karrer non accetta il rifiuto e, quando gli viene proposto un lavoro di contrabbando, cede l’opportunità al marito della cantante, sperando di poterla riconquistare in sua assenza.
Perdizione segna l’inizio dell’ultima fase della carriera di Béla Tarr. Il film abbandona l’approccio documentaristico dei lavori precedenti per abbracciare una prospettiva più intimista. La trama stessa diventa quasi irrilevante, perché sono il mondo interiore dei personaggi, l’ambiente, il paesaggio e l’atmosfera i veri protagonisti.
La narrazione si concentra solo sul tempo, non sul suo trascorrere ma sulla sua ciclicità. Il tutto viene reso attraverso lunghe inquadrature, movimenti di camera lenti e panoramiche circolari, che catturano l’acqua dei torrenziali acquazzoni che scorre lungo i muri, il passaggio dei cani randagi e la monotonia degli incontri.
I personaggi parlano tra loro ma, al di là di scambiarsi qualche informazione, non comunicano realmente. Tarr arriva addirittura a estremizzare il concetto, mettendo loro in bocca stralci di poesie e discorsi filosofici sulla natura del mondo – spesso totalmente fuori contesto – a testimonianza di un’incomunicabilità figlia del disincanto verso la vita e l’ambiente.
Del resto, come afferma Karrer in una scena del film: “Le storie sono sempre storie di decadenza”.
Visione non sempre fluida, indubbiamente non facile e sicuramente meno raffinata dei successivi – e giustamente celebrati – Le armonie di Werckmeister e Il cavallo di Torino, Perdizione è un film sulla disillusione, sulla rassegnazione, sull’ineluttabilità… non tanto su quale sia la posta in gioco nella vita ma se esista una posta in gioco.
Voto: 7
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