Religiolus – Vedere per credere (2008)

di Larry Charles

con Bill Maher

Nell’anno di grazia 2020, con tutte le scoperte scientifiche, gli studi e il progresso, ha ancora senso credere che tutto quello che ci circonda sia frutto dei voleri di un dio? E che le nostre vite debbano essere condizionate da libri, come la Bibbia o il Corano, scritti duemila anni fa? La risposta più ovvia è no. Ma in realtà milioni di persone nel mondo si professano religiose, credenti, quando non addirittura votate al fanatismo.

Bill Maher, comico americano e autore politicamente scorretto (nonché ateo convinto), si pone proprio queste domande e va in cerca di un confronto con persone stolidamente religiose, in modo da confutarne le convinzioni e instillare – soprattutto nello spettatore – il dubbio. La struttura di questo Religiolus è quella di un classico documentario, nel quale vediamo l’autore spostarsi per il mondo e intervistare sedicenti santoni, reincarnazioni di Gesù, fedeli oltranzisti ed ebrei ortodossi.

Ogni domanda è l’occasione per ironizzare su certi passaggi dei testi sacri e la maggior parte degli intervistati presta il fianco a subire questi attacchi, perché arroccati su posizioni oggettivamente difficili da difendere, se non con le classiche espressioni “il volere di Dio è imperscrutabile” o “sia fatta la volontà del Signore”.

Va da sé che chi sceglie di guardare Religiolus è facile che abbia già una posizione precisa nei confronti della religione, una posizione che può essere solo di dubbio o di netta avversione e dunque non resterà infastidito da come Maher si diverta a infierire su persone obnubilate dalla propria fede o – più facilmente – ben consce di essere degli imbroglioni che si arricchiscono sfruttando le speranze e le sofferenze dei credenti.

Certo, pur essendo totalmente in linea con il disprezzo di Maher nei confronti di tutte le religioni, ritengo che in questo documentario abbia voluto “vincere facile”, che il suo messaggio sarebbe risultato più efficace se avesse dialogato anche con persone in grado di sostenere in modo più valido le loro tesi sull’esistenza di Dio, sull’immacolata concezione o sulla reale esistenza di un serpente parlante ghiotto di mele…

Così il suo documentario è un irriverente e divertente presa per i fondelli del colorato, surreale e ingenuo mondo dei fedeli più oltranzisti, dei vari predicatori e di chi si riempie le tasche (e non poco) spacciandosi per profeta, ma manca di quel contraddittorio che l’avrebbe reso più interessante e intellettivamente arricchente. Ma è anche vero che chi nega l’evoluzione della specie o chi basa la propria esistenza sulle parole di un libro scritto duemila e più anni fa, probabilmente non merita altro che essere messo alla berlina. Amen.

Voto: 6