Trama e recensione Spider-man: No way home (2021)
Regista: Jon Watts
Cast: Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Willem Dafoe, Marisa Tomei, Andrew Garfield, Tobey Maguire, Jamie Foxx, Alfred Molina
Come sa chi ha la pazienza di leggere le mie recensioni, i film Marvel non sono esattamente in cima alle mie preferenze. Le dozzine di produzioni con svariati supereroi – sicuramente con una protervia della quale non mi vergogno ma, anzi, mi faccio vanto – le catalogo come un totale spreco di tempo che nessuno mi restituirebbe. Detto questo, per Spider-man ho comunque sempre avuto una predilezione. Ho amato la trilogia firmata Sam Raimi con Tobey Maguire nei panni dell’Uomo Ragno ma poi mi sono progressivamente disinteressato degli ulteriori sequel, reboot o crossover.
Potete ben capire, dunque, il mio spaesamento durante la prima mezz’ora di questo No way home. Intanto perché il film comincia da dove era finito il precedente Far from home – con una logica da serie TV – dando per scontato che chiunque l’abbia visto; e non prendendosi nemmeno la briga di erudire lo sventurato che abbia avuto l’ardire di non guardarlo. Dopo svariati minuti di riferimenti incomprensibili, portali su altre dimensioni, supereroi dai poteri che sembrano quelli di Gandalf e personaggi ben oltre la peggiore macchietta, la tentazione di ringraziare e spegnere è stata forte.
Dopo aver tenuto duro e aver chiuso entrambi gli occhi sulla risibilità del motivo per cui Spider-man e il Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) finiscano per aprire una serie di varchi nel multiverso e attirare tutti i cattivi storici della saga – dal Goblin (interpretato da un Willem Dafoe in uno dei punti più bassi della sua carriera) a Dr. Octavius (Alfred Molina) – il film si imbarca in una nuova avventura, con tutto il buonismo di cui mamma Disney è capace. Perché mai Spider-man dovrebbe premere un tasto e fare sparire tutti i malvagi (opzione possibile) quando può guarirli e estirpare il gene che li ha resi cattivi? Del resto con le nuove tecnologie si può tutto…
Ovviamente le cose non vanno esattamente per il meglio, così l’Uomo Ragno – e qui arriva la grande sorpresa partorita dai geniali sceneggiatori – dovrà fare affidamento su altri Spider-man, arrivati anch’essi dal multiverso in cui sono gli unici Spider-man. Confusi? Non fateci caso, perché la sceneggiatura in questo film non è poi così importante.
È infatti ben più importante la bella operazione nostalgia che permette di fare tornare a indossare il costume rosso e blu a Tobey Maguire e ad Andrew Garfield, con annesse battute e riferimenti strappalacrime agli zio Ben di turno. La coabitazione con i due “vecchi” Spider-man fa emergere quanto l’ultimo in ordine di tempo – ovvero Tom Holland – sia sciapo e poco carismatico ma del resto il cast è talmente ricco e infarcito di attori più o meno grandi che quasi passa in secondo piano.
Come se non bastasse, per arrivare al pirotecnico e stordente combattimento finale dobbiamo sciropparci oltre due ore e mezza di film con tanto di epilogo che, sostanzialmente, azzera quanto visto negli ultimi episodi. Almeno fino a quando, da qualche altro multiverso, oltre a nuovi nemici e supereroi, verrà rigurgitata anche una gemma che restituirà la memoria collettiva. E quando arriverà, invece, una gemma che faccia, se non ravvedere i lautamente pagati sceneggiatori Marvel, almeno rinsavire i milioni di spettatori che affollano le sale per prodotti come questo?
Voto: 4.5
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