The Mauritanian (2021)

di Kevin Macdonald

con Tahar Rahim, Jodie Foster, Benedict Cumberbatch, Shailene Woodley

Nel delirio post 11 settembre, Governo, istituzioni e cittadini americani non avevano che un solo desiderio, quello di punire i responsabili. Desiderio anche giustificato ma che – alla prova dei fatti – ha portato a storture come la prigione di Guantanamo. Qui centinaia di persone, anche solamente sospettate di aver avuto a che fare con gli attentati, sono state imprigionate e pesantemente torturate con il solo obiettivo di estorcere loro una confessione… poco importava se sincera o meno.

The Mauritanian è la storia proprio di uno dei prigionieri della base in territorio cubano – Mohamedou Ould Slahi (interpretato da un bravissimo Tahar Rahim, visto di recente, in tutt’altre vesti, nella miniserie The Serpent) – cittadino della Mauritania, ritenuto una delle menti dietro l’attentato alle Torri Gemelle in virtù di un contatto telefonico con uno dei cellulari di Bin Laden e delle dichiarazioni (sotto tortura?) di un “pentito”. Imprigionato e seviziato, Mohamedou in fondo al tunnel non vede la luce bensì una condanna a morte, finché non entra in gioco l’avvocato Nancy Hollander (una rediviva Jodie Foster) che, pur avendo dubbi sull’effettiva innocenza dell’uomo, non ne ha sul fatto che chiunque meriti un processo giusto.

Il film – disponibile su Amazon Prime Video – è tratto da una storia vera (alla fine della pellicola faremo la conoscenza con i reali protagonisti della vicenda) e cerca di fare chiarezza su una delle pagine più buie degli Stati Uniti post 11 settembre. L’obiettivo da questo punto di vista è raggiunto, anche se The Mauritanian viaggia sui binari “sicuri” del cinema di impegno civile senza regalare quei guizzi che permetterebbero una maggiore empatia con i protagonisti. Non convince nemmeno la scelta di focalizzare il racconto praticamente solo su Slahi, tra presente e numerosi flashback, relegando gli altri personaggi in secondo piano (la Foster resta lontana anni luce dalle interpretazioni che l’hanno resa una star, Cumberbatch si limita al compitino), così come le fasi processuali, sbrigate frettolosamente nel finale. Insomma un film che merita la visione più per quello che racconta che per come lo racconta.

 

Voto: 6