Top Gun: Maverick (2022)

di Joseph Kosinski

con Tom Cruise, Jennifer Connelly, Glen Powell, Jon Hamm, Miles Teller

 

Mi piacerebbe veramente capire che cosa possa aver spinto l’Academy a inserire Top Gun: Maverick nell’elenco dei candidati all’Oscar 2023 come miglior film. Davvero qualcuno vuole farmi credere che – in tutto il 2022 – non ci sia stato niente di meglio di questo seguito, realizzato a 30 anni di distanza dalla prima pellicola, diventata – diciamo con un certo merito – un cult movie? Questo la dice lunga sullo stato di salute del cinema di Hollywood…

Mi piacerebbe anche analizzare quali elementi siano stati ritenuti tali da meritarsi l’onore non solo della nomination ma di recensioni mediamente positive. La trama forse? Non credo proprio, perché nelle 2 ore e 10 minuti di durata non avviene nulla che non sia facilmente pronosticabile da chiunque abbia visto qualche film d’azione nella sua vita.

Di certo non i personaggi e le dinamiche che li legano. Maverick (un Tom Cruise in invidiabile forma fisica, purtroppo inversamente proporzionale alla sua espressività…) è il classico mito a cui riesce tutto, prima avversato da superiori e piloti a cui deve insegnare, poi capace di conquistarli per la vita.

Rooster (Miles Teller) è il figlio di Goose, amico di Maverick morto nel primo Top Gun, e ha una serie di conti in sospeso con il protagonista. Non ditemi certo che siete rimasti a bocca aperta per i “tesi” faccia a faccia tra i due o perché alla fine Mav scelga proprio lui come gregario! Potevano mancare lo scettico e francamente antipatico Ammiraglio Simpson (Jon Hamm) o Hangman, il pilota tronfio ed egoista, (Glen Powell) che alla fine si rivelerà empatico e dal cuore d’oro? E stendo un velo pietoso sulla storia con Penny (Jennifer Connelly), che sembra appiccicata lì tanto perché un po’ di sentimento non deve mai mancare…

Insomma i vari personaggi sono tagliati con l’accetta in modo grossolano, con il risultato di offrirci uno stereotipo via l’altro, la trama fa acqua da tutte le parti e non regala guizzi che la elevino da una piatta prevedibilità. A fare da contorno a tutto questo ci sono una serie di citazioni e riferimenti al Top Gun originale – da Great Balls of Fire al pianoforte all’amara comparsata di Iceman (Val Kilmer) – che al regista Joseph Kosinski (chi? Appunto…) saranno anche sembrati colpi di genio ma che invece sembrano più mezzucci per conquistare chi è sentimentalmente legato al primo film.

Certo, ci sono i combattimenti e le evoluzioni dei caccia. E quelle sono spettacolari, come del resto erano già eccellenti quelle del precursore, con il valore aggiunto che 30 anni fa raramente si erano viste immagini così sul grande schermo mentre nell’anno del signore 2022 l’effetto wow è decisamente mitigato… 

Il che mi porta a ribadire come l’entusiasmo da più parti manifestato per Top Gun Maverick mi sembri davvero difficile da comprendere, pur rientrando pienamente nel target a cui produttori e regista puntavano, ovvero chi era adolescente quando è uscito il primo film.

 

 

Voto: 4.5