Trainwreck Woodstock ’99 (2022)
di Jamie Crawford
con Michael Lang, Amanda Lewis, Colin Speir, John Scher
Nel 1999 Michael Lang, uno degli organizzatori di Woodstock, il festival musicale più famoso di sempre, per celebrare il trentennale decise che i tempi fossero maturi per una nuova edizione. L’evento, battezzato Woodstock ’99, è pensato per ospitare il meglio della musica di quel periodo (dai Blink 182 ai Korn, passando per i Red Hot Chili Peppers) e garantire una tre giorni di divertimento all’insegna della pace e dell’amore. Nonché per permettere agli organizzatori di fare un bel po’ di soldi. Non finirà esattamente così… e le prime immagini di questo documentario realizzato da Jamie Crawford – che sembrano quelle di un reportage di guerra – sono lì a testimoniarlo.
Trainwreck Woodstock ’99 è una docuserie in tre puntate disponibile su Netflix che, miscelando filmati d’epoca e interviste a chi a quel festival ha partecipato – sia come spettatore sia come organizzatore – fa luce su che cosa successe e perché, quella che doveva essere una grande festa, si è trasformata in un incubo, tra bagni chimici intasati, immondizia ed escrementi ovunque, prezzi folli, incendi e un machismo veramente preoccupante…
Pur inserendosi senza particolari guizzi nel filone tipico delle produzioni analoghe, proprio per una struttura che sembra ormai diventata lo standard per i documentari, Trainwreck Woodstock ’99 si fa apprezzare perché consente di conoscere fatti sconcertanti (personalmente non ne avevo mai sentito parlare…). E perché mette in risalto come l’evoluzione dai tempi dell’uomo di Neanderthal sembra non aver interessato in egual misura tutti gli appartenenti alla nostra specie…
Voto: 7
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