L’uomo senza gravità (2019)

di Marco Bonfanti

con Elio Germano, Michela Cescon, elena Cotta, Silvia D’Amico, Pietro Pescara

 

Film dalla storia potenzialmente interessante e in grado di regalare emozioni che, in realtà, è penalizzato da una piattezza incredibile e da una recitazione ai limiti del sostenibile. La storia ruota attorno a Oscar, bambino nato senza gravità e che dunque, se non debitamente zavorrato, galleggia come un astronauta in una stazione spaziale.

Tenuto praticamente segregato in casa dalla madre apprensiva, piano piano scopre il mondo che lo circonda,  l’amicizia e l’amore per una bimba del paese e poi, finalmente adulto, decide di svelare al mondo i suoi “poteri”, conoscendo prima il successo, poi l’indifferenza. Insomma gli elementi per un film avvincente e potenzialmente poetico c’erano tutti. 

Peccato che la prima parte sia imbarazzante dal punto di vista della recitazione, al punto che si fatica a crederci… passi per i due bambini ma Michela Cescon (la madre) ed Elena Cotta (la nonna) recitano come nemmeno in uno spot pubblicitario! Non che dopo la situazione migliori, nonostante la presenza di Elio Germano (decisamente meglio ne L’incredibile storia dell’isola delle rose) che, di solito, si fa sempre apprezzare (probabilmente non lo aiuta l’accento delle valli bergamasche).

Se si resiste alla tentazione di spegnere la TV (il film è disponibile su Netflix), si viene ripagati (si fa per dire…) da una storia senza guizzi, che propone un attacco all’acqua di rose alla superficialità della televisione, che si interessa al protagonista solo perché vola e non per quello che ha da dire… che poi non si sa bene che cosa abbia da dire… ah giusto, ogni tanto scrive qualche poesia.

Un film imbarazzante che, nonostante l’assenza di gravità e gli ottimi effetti di “galleggiamento” non si solleva di un centimetro dalla mediocrità assoluta.

Voto: 3