I miserabili (2019)

di Ladj Ly

con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djebril Zonga, Issa Perica

Il melting pot culturale è ormai un fatto assodato ma è innegabile che ci siano nazioni e, al loro interno, città e quartieri in cui persone di origine, estrazione e credo religioso differenti vivano a stretto contatto, creando così un equilibrio davvero sottile, costantemente a rischio di rottura. La Francia è uno dei Paesi in cui convivono più immigrati, ognuno dei quali cerca di adattarsi alla nuova realtà, senza però dimenticarsi del proprio background e dovendo combattere giorno dopo giorno con la diffidenza, il pregiudizio e le difficoltà economiche.

I quartieri popolari di una città come Parigi mostrano, più di mille parole, questi microcosmi (spesso non tanto micro), potenziali polveriere dove povertà, tensioni sociali, criminalità e stupefacenti rappresentano le micce che molto facilmente rischiano di prendere fuoco. Il tema è di quelli sentiti e ovviamente non è nuovo, in particolare per il cinema francese (da L’Odio fino al recente Fratelli nemici – Close enemies) ma questo I Miserabili aggiunge indubbiamente alcuni tasselli interessanti.

La storia ruota attorno a Stéphane, poliziotto che si è appena fatto trasferire alla squadra anticrimine che agisce nel quartiere di Montfermeil (non proprio uno dei più tranquilli), e al suo primo giorno, che lo vede impegnato nel pattugliamento in compagnia dei due colleghi più esperti, Chris e Gwada. Mentre la loro auto si muove per le strade, i palazzi popolari, i mercati improvvisati, assistiamo al fuoco che cova sotto la cenere di gruppi che cercano di imporsi gli uni sugli altri, di ragazzini abbandonati nello squallore di discariche e colate di cemento, di zingari contro africani, contro musulmani, contro magrebini… La scintilla che darà fuoco a tutto sarà il rapimento di un cucciolo di leone.

I Miserabili è un film interessante, coinvolgente sia per la storia che racconta sia per come la racconta, con il regista Ladj Ly, al suo esordio, che abbina abilmente le riprese tradizionali a quelle dal drone, espediente che è sì funzionale alla trama ma che permette anche di trasformare in protagonisti i palazzoni e il degrado del quartiere.

Certo i personaggi appaiono un po’ stereotipati, in particolare i tre poliziotti che, già dalle prime scene, mettono in mostra il loro carattere, lasciando facilmente indovinare dove la storia andrà a parare e come reagiranno. Ma il messaggio della pellicola – con quel finale sospeso che lascia intendere come questo scontro tra immigrati e poliziotti sia destinato a non risolversi mai ma anzi a lasciare tutti sconfitti e “miserabili” – è potente e mi spinge a consigliarvene la visione (è disponibile sul canale MioCinema).

 

Voto: 7