Il corriere – The mule (2018)

di Clint Eastwood

con Clint Eastwood, Bradley Cooper, Andy Garcia, Laurence Fishburne

Clint Eastwood torna a dirigere se stesso dai tempi di Gran Torino ma questa volta, ve lo anticipo subito, il risultato non è dello stesso livello (certo non era facile…). Per questa rentrée sceglie di vestire i panni di Earl Stone, un anziano coltivatore di fiori che, dopo aver passato una vita a farsi gli affari propri, scopre di non aver lasciato un bel ricordo nella sua famiglia, visto che sia l’ex moglie sia la figlia lo odiano e che solo la nipotina ancora gli vuole bene. Per cercare di sistemare un po’ le cose si trova un lavoretto, ovvero consegnare droga per un cartello messicano.

Questo passaggio è uno dei tanti un po’ forzati della pellicola, che ce ne regala molti altri, con scene poco credibili sia nei rapporti tra Earl e gli spacciatori messicani (delineati un po’ con l’accetta) sia nella caccia al corriere della droga imbastita dalla DEA. Queste sequenze sono davvero buttate lì, con i dialoghi tra l’agente incaricato (Bradley Cooper) e il suo capo (Laurence Fishburne) che si riducono a una serie di reiterati “lo devi arrestare”, “sì ora lo arresto”. Profondità zero e non è che gli agenti (della DEA come gli sceriffi di contea) ne vengano fuori benissimo…

Il trantran di consegne procede senza intoppi quando, senza un reale motivo, i narcotrafficanti decidono che, nonostante abbia recapitato più droga di tutti i suoi “colleghi”, Earl deve cambiare atteggiamento e quindi cominciano a minacciarlo. E proprio in questa situazione di tensione creata ad hoc dalla sceneggiatura si inserisce l’improvvisa malattia senza speranza della ex moglie che costringe Earl a deviare dal percorso e andare a darle l’estremo saluto (con 100 chili di cocaina nel bagagliaio).

Poi certo Clint è sempre Clint, dunque, non mancano momenti piacevoli e inevitabilmente si entra in empatia con il suo personaggio, anche se in realtà non è proprio un modello di virtù (o forse proprio per quello). Nel complesso Il Corriere – The Mule è uno dei film meno convincenti della recente produzione del regista (che è riuscito a fare anche peggio con Cry Macho – Ritorno a casa), soprattutto a causa di una sceneggiatura zoppicante, poco fluida e credibile. Peccato.

Voto: 5