Il venditore di medicine (2013)
di Antonio Morabito
con Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Marco Travaglio, Evita Ciri
Un film che vuole essere prima di tutto una denuncia e che, fin dalle prime inquadrature, ci regala uno stile da documentario. Il che non stupisce, viste le origini del regista Antonio Morabito (che prima di questa pellicola aveva al suo attivo solo corti e, appunto, documentari) ma anche per il desiderio di porre l’attenzione sull’illegale pratica del comparaggio. Ovvero? Sostanzialmente si tratta del comportamento ben poco etico dei medici che accettano con disinvoltura di prescrivere certi farmaci piuttosto che altri ai pazienti, in cambio di regali come viaggi per convegni in località esotiche, prodotti di Apple, cene con escort molto disponibili e così via.
Il protagonista (Claudio Santamaria, visto tra gli altri anche ne Gli anni più belli) è un informatore scientifico del farmaco che ha fatto del comparaggio il suo modus operandi e che, quando le cose cominciano a non girare più nel verso giusto, non si fa alcun problema a mettere da parte ogni etica per scongiurare il licenziamento, e finendo per trovarsi invischiato in una spirale di azioni tanto abominevoli quanto autodistruttive.
Il venditore di medicine abbina l’azzeccato stile da film di denuncia a prove attoriali di buon livello, cominciando da un Santamaria di minuto in minuto più ansioso e agitato, per arrivare alla glaciale Isabella Ferrari e addirittura a Marco Travaglio negli insoliti panni d’attore.
La regia ci regala inquadrature inusuali, indugiando sul protagonista in modo da mostrarci prima le sue reazioni piuttosto che ciò che le ha generate. Il risultato è quindi una pellicola solida, certo drammatica ma in grado di colpire nel segno. Dopo averlo visto, statene certi, vi recherete dal medico con uno stato d’animo differente…
Voto: 6.5
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