L’amica geniale (2018-2020)

di Saverio Costanzo

con Margherita Mazzucco, Gaia Girace, Valentina Acca, Giovanni Amura, Alessio Gallo

Solitamente mi pongo sempre con un certo scetticismo nei confronti delle serie italiane realizzate per essere trasmesse dalle televisioni generaliste, come la Rai. Il timore è quello di trovarsi davanti al Don Matteo di turno, dunque la mia tendenza è di ignorarle bellamente. Il gran parlare, la coproduzione di HBO e i commenti positivi, però, mi hanno convinto a dare una chance a L’amica geniale. E devo dire che non me ne sono pentito, anzi.

La storia segue le vite di Lenù (Margherita Mazzucco) e Lila (Gaia Girace), due compagne di classe di prima elementare nella Napoli degli anni ’50, che piano piano vincono le reciproche diffidenze e diventano grandi amiche. Lila è un piccolo genio, che emerge facilmente in tutte le materie ma che, come molte sue coetanee di quegli anni, è ben presto costretta ad abbandonare gli studi per mettersi “a faticà”. Lenù sicuramente non è altrettanto geniale ma ha grande dedizione e forza di volontà nonché una famiglia disposta ad assecondare la sua passione per lo studio, così prosegue nel percorso scolastico.

La vicenda segue le due ragazze nel passaggio all’adolescenza, in un continuo altalenarsi di situazioni e stati d’animo, con la loro amicizia che conosce gli stessi alti e bassi. Anche perché Lila, nella sua genialità, ha anche un carattere molto difficile che la trasforma un giorno nella migliore amica di Lenù, un altro nella sua peggiore nemica.

Le storie delle due ragazze, raccontate dalla voce narrante di una Lenù ormai adulta (la voce è quella della bravissima Alba Rohrwacher, vista ultimamente nel Tre piani di Nanni Moretti), si intreccia con quella delle famiglie che animano uno dei rioni difficili di Napoli – talmente chiuso e lontano dalle bellezze della città che le due bambine vedono il mare per la prima volta solo da adolescenti – tra sgarbi, lotte per il potere e l’onore, matrimoni combinati e tradimenti.

Insomma il successo de L’amica geniale, di cui sono state trasmesse tre stagioni (in attesa della quarta), è meritato, soprattutto per la qualità della produzione, con una ricostruzione molto curata e credibile del periodo storico, ma anche per la bontà della storia, tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante.

Certo non ci sono solo aspetti positivi. La vicenda a tratti perde un po’ di credibilità conferendo alle due ragazzine, in particolare alla dispotica Lila, un potere e un’influenza sulle persone, anche adulte, eccessiva e irrealistica, tanto più nel periodo storico a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, in cui i figli erano visti sostanzialmente come mano d’opera da sfruttare al più presto. E poi il livello della recitazione delle due protagoniste adolescenti non è all’altezza di quello di molti degli altri attori e risulta spesso troppo inespressivo, il che toglie pathos a situazioni sulla carta molto drammatiche.

 

Voto: 6.5