Trama e recensione di Piccole cose come queste (Small things like these – 2024)
Regista: Tim Mielants
Cast: Cillian Murphy, Eileen Walsh, Emily Watson, Clare Dunne
Tratto dall’omonimo romanzo di Clare Keegan, il film segue la storia di Bill Furlong (interpretato in modo impeccabile dal sempre più bravo Cillian Murphy), un uomo che lavora come carbonaio in una piccola cittadina irlandese, piovosa, industriale e sulla quale aleggia una costante patina di povertà.
Bill, nel periodo natalizio, si imbatte in un oscuro segreto legato al convento gestito da suor Mary (Emily Watson), che accoglie le ragazze che “hanno perso la retta via” e che si incarica di “rieducare”, con metodi non esattamente ortodossi. L’uomo si trova così a dover affrontare la scelta tra fare ciò che è giusto oppure mantenere l’omertoso silenzio che gli permetterebbe di preservare la sua esistenza quotidiana e quella della sua famiglia, di sole donne (moglie e cinque figlie, che vanno tutte alla scuola gestita dalle stesse suore…). Ma il tormentato passato di Bill, uomo di poche parole ma dal cuore grande, riemerge in modo prepotente e scuote le sue convinzioni, mettendo in discussione il suo ruolo.
Gran parte di Piccole cose come queste si regge sulle spalle di Murphy, che offre una performance toccante e autentica. La sua interpretazione è misurata, fatta di silenzi carichi di significato e di piccoli gesti che esprimono più delle parole. È un personaggio che porta un grande peso su di sé – metaforicamente quello dei sacchi di carbone che ogni giorno carica e scarica – e che cerca un modo per fare la cosa giusta in un mondo imperfetto.
Visivamente, il film di Tim Mielants è altrettanto affascinante, con paesaggi grigi e suggestivi che rispecchiano l’animo di Bill e la sua vita di provincia. Le riprese catturano l’atmosfera piovosa e avvolgente dell’Irlanda degli anni ’80, che diventa quasi un personaggio a sé, accentuando il contrasto tra l’intimità delle storie personali e la durezza del mondo esterno.
Piccole cose come queste è una pellicola che lascia il segno. E che si prende i suoi tempi per farlo, con ritmi lenti e lunghe inquadrature. Non è un’opera che urla la sua grandezza, ma piuttosto una riflessione silenziosa sulla moralità, sulla responsabilità e su quanto possano essere decisive anche le azioni più piccole. Perché a volte sono proprio le “piccole cose come queste” a fare la differenza.
Voto: 7
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