Trama e recensione di Un marito sospetto (Le part du supcon, 2019)
Regista: Christophe Lamotte
Cast: Laurence Arné, Kad Merad, Gèraldine Pailhas, Gaspard Pasquet, Ludmila Mikhailova
La vita di Alice (Laurence Arné) scorre serena e senza intoppi, tra lavoro come infermiera e gestione della routine familiare, con il marito Thomas (Kad Merad) e il figlio di otto anni. Certo Thomas ha un passato nebuloso e di cui lei sa pochissimo ma niente che possa destare sospetti in lei, nella cerchia di amici e nella comunità del piccolo paese in cui vivono.
Qualcuno che nutre qualche diffidenza nei confronti dell’uomo c’è… e si tratta dell’ispettore di polizia Sophie Lancelle (Gèraldine Pailhas) che è convinta che l’individuo non sia altri che, con i connotati cambiati, Antoine Durieux-Jelosse, un assassino che ha sterminato la sua famiglia (moglie e tre figli) prima di sparire. Per cercare di scoprire la verità, la agente smuove le acque e comunica alla stampa i suoi sospetti, generando il panico nella cittadina e, soprattutto, distruggendo la vita di Alice e della sua famiglia.
Un marito sospetto, del regista Christophe Lamotte, parte da uno spunto interessante: quanto conosciamo davvero le persone a noi care? E il nostro giudizio può essere influenzato da quello dell’opinione pubblica? Alice, all’inizio totalmente schierata al fianco del marito, lentamente comincia a nutrire qualche dubbio… E in questa prima parte, il film si gioca le sue carte migliori, riportando alla mente – pur con tematiche e qualità diverse – pellicole molto interessanti (e che, se non l’avete fatto, dovreste vedere) come Il sospetto di Thomas Vinterberg o Accused di Jacob Thuesen.
Invece di proseguire nello scandagliare la stravolta emotività dei protagonisti, le reazioni della comunità e la progressiva emarginazione a cui Alice e Thomas sono costretti, Un marito sospetto, nella seconda parte, decide di prendere la strada del thriller, senza avere però spunti e idee vincenti da giocarsi. Il risultato è un epilogo irrealistico, pasticciato, prevedibile e deludente, che inabissa il film e finisce per relegarlo nella schiera delle pellicole facilmente dimenticabili o, meglio ancora, ignorabili.
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Voto: 4.5
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