Trama e recensione di LOLA (2022)
Regista: Andrew Legge
Cast: Emma Appletone, Stefanie Martini, Hugh O’Connor, Aaron Monaghan, Rory Fleck Byrne
Cosa succede al futuro quando lo si cambia fino a farlo scomparire o meglio fino a sostituirlo con un nuovo futuro? Questo è il paradosso essenziale dei viaggi nel tempo ed è al centro di molti film che, nel corso degli anni, hanno trattato il tema in modo più o meno serio e “rispettoso”.
LOLA, diretto da Andrew Legge, è un ottimo esempio di come si possa affrontare il concetto di viaggio nel tempo in modo serio e allo stesso tempo senza lesinare in estro e fantasia. È un film che confonde, che rifiuta di farsi racchiudere in una sola categoria, che potremmo definire come una commedia romantica di fantascienza che miscela magia e realismo e che, alla fine, diventa un dramma sulla Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta di una pellicola “found footage”, ovvero un genere cinematografico in cui l’intero film è presentato come se fosse un insieme di filmati “trovati” di eventi reali o immaginari. In altre parole, la storia è raccontata attraverso il punto di vista di uno o più personaggi che stanno registrando ciò che sta accadendo usando una telecamera portatile. L’aspetto distintivo di un found footage è l’illusione che lo spettatore stia guardando materiale autentico, spesso catturato in modo casuale e un po’ sgraziato.
LOLA si inserisce alla perfezione nel genere, visto che è presentato come una serie di registrazioni di filmati casalinghi (fittizi) degli anni ’30 e ’40, realizzati con telecamere dell’epoca e con pellicole 16mm e 35mm, incorporati da immagini d’archivio e frammenti video. L’effetto finale è una realtà alternativa raccontata attraverso i video di due sorelle, che mostrano come abbiano creato una sorta di macchina del tempo e cambiato gli eventi non solo della Seconda Guerra Mondiale ma della storia nel suo complesso. Decisamente da apprezzare l’incorporazione della vicenda all’interno di reali filmati d’archivio (sulla falsariga di quanto visto, per esempio, in Forrest Gump).
Le protagoniste, ora davanti ora dietro la videocamera, sono due brillanti sorelle – Thomasina (Emma Appleton) e Martha (Stefanie Martini) che vivono da sole nella loro enorme tenuta di campagna, ereditata dai defunti genitori. Tra le due Thomasina è quella più geniale e, infatti, alla sua mente scientifica si deve l’invenzione di LOLA, un’elaborata macchina che riconosce la più flebile radiazione elettromagnetica, persino dal futuro, così da intercettare trasmissioni radio e televisive degli anni a venire.
Presto, le due sorelle si ritrovano a ballare al ritmo di David Bowie, tre decenni prima che pubblichi il suo primo album. Ma – siamo negli anni ’40 – vedono anche l’orribile ondata di morte e distruzione che si sta dirigendo verso il Regno Unito. Attraverso la loro macchina, però, riescono ad anticipare cosa Hitler e il suo esercito faranno e così, iniziano a inviare messaggi clandestini alle agenzie di intelligence britanniche, ribaltando le sorti della battaglia. Ma modificare il futuro non è un’azione priva di conseguenze, che possono essere terribili anche se si è deciso di agire a fin di bene…
LOLA è un piccolo “capolavoro strano”, a metà strada tra un film sperimentale e un documentario, realizzato in un bianco e nero granuloso e polveroso, con un’estetica intenzionalmente maldestra e svolazzante tipica dei filmati girati da non professionisti. Ed è un film sorprendente che merita senza dubbio la visione.
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Voto: 8
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