The Undoing: Le verità non dette (2020)

di Susanne Bier

con Nicole Kidman, Hugh Grant, Edgar Ramirez, Matilda De Angelis, Donald Sutherland

La dinamica raccontata nella miniserie The Undoing: Le verità non dette non si può certo definire originale. Una donna viene uccisa, un uomo – che aveva una relazione clandestina con lei – viene accusato del delitto, la moglie di lui, all’oscuro di tutto, cade dalle nuvole e, pur con una certa riluttanza, decide di credere all’innocenza del fedifrago. Le sei puntate ruotano attorno a questo fatto e al processo che ne segue, con la scelta da parte degli sceneggiatori di tenerci all’oscuro sull’effettiva colpevolezza dell’uomo, così da lasciare la questione in sospeso fino alla fine e tenere alto il pathos narrativo.

In realtà l’obiettivo della regista Susanne Bier – onestamente ben lontana dai livelli di film come Non desiderare la donna d’altri o il bellissimo In un mondo migliore – sembra più quello di indagare sulle dinamiche familiari, ovvero su come la moglie affronti la valanga che ha travolto (e stravolto) la sua esistenza e quella di suo figlio, piuttosto che concentrarsi sul lato “thriller” della vicenda.

The Undoing, ve lo dico subito, nel complesso non convince e gli elementi che lasciano perplessi sono molti di più di quelli positivi. Tra questi però c’è l’indubbia capacità di instillare la curiosità per il dipanarsi della vicenda, il che mi ha spinto a esaurire la visione dei sei episodi (da un’ora l’uno) nel giro di due giorni. Come però spesso avviene le premesse e la costruzione dell’intreccio non trovano degna conferma nella conclusione e il castello costruito, non dico che frani ma di certo comincia, nelle ultime due puntate, a perdere pezzi.

A questo contribuiscono anche le interpretazioni dei due protagonisti principali. Sulla carta quando si parla di Hugh Grant e Nicole Kidman si dovrebbe ritenerli una garanzia (e di certo in molti guarderanno la serie proprio per la loro presenza). Però sono proprio loro due tra i maggiori elementi di debolezza. Hugh Grant è semplicemente inadatto a un ruolo che non sia in una commedia romantica o quello di un buffo gigione come nel recente The Gentleman, perché le sue espressioni sono sempre e solo un frenetico sbattere le palpebre e una smorfia/ghigno.

Riesce perfino a fare peggio Nicole Kidman (che già aveva un ruolo inutile in The Prom) ormai irrimediabilmente rovinata dalla chirurgia estetica, che le ha tolto ogni forma di espressione, cancellando insieme alle rughe anche la capacità di mostrare emozioni, il che la rende poco più di una maschera di cera. A chiudere il triangolo c’è l’italianissima Matilda De Angelis, che è troppo bella per essere anche brava.

Discutibili anche alcune scelte di regia e di fotografia, con un utilizzo eccessivo (e totalmente casuale) di immagini sfocate, che non trovano mai corrispondenza in quanto mostrato, e di reiterate inquadrature del profilo di Manhattan. Insomma The Undoing non convince e, tra l’altro, avrei anche un altro paio di sassolini nella scarpa da togliermi in merito all’epilogo e ad alcuni passaggi chiave che ci conducono lì, rovinando le belle premesse costruite nelle prime due/tre puntate… ma non voglio “spoilerare” e dunque non ve le anticipo ma vi balzeranno davanti agli occhi nel caso in cui decidiate di vedere la miniserie nonostante il mio voto.

Voto: 4.5